Equilibrio economico e assegno divorzile
Nel contesto legale della separazione coniugale, il giudice deve stabilire se l'assegno divorzile è dovuto per equilibrare le rispettive condizioni economiche dei coniugi. Questo principio è stato ribadito dalla Corte di cassazione nell’ordinanza 21111/2024
Il caso specifico riguardava un divorzio a Pordenone: la moglie aveva ottenuto un assegno mensile di € 1.100,00 poiché aveva contribuito all'attività del marito nel corso del matrimonio. Dopo un accordo firmato nel 2011 che prevedeva un equilibrio patrimoniale, il marito aveva contestato la decisione in appello senza successo. La Corte d'Appello aveva confermato il diritto della moglie all'assegno, considerando la disparità economica tra le parti.
Alla Corte di cassazione è stata presentata un'ulteriore impugnazione, sottolineando che la decisione non aveva tenuto conto degli accordi del 2011. La Corte Suprema ha dichiarato fondata questa critica, ribadendo che, per l'assegno divorzile, è essenziale valutare se vi è un significativo divario economico tra i coniugi e se tale divario è dovuto ai ruoli e alle scelte condivise durante il matrimonio. Inoltre, bisogna considerare se ci siano accordi pregressi che abbiano già compensato questo squilibrio.
Nel caso in esame, il Collegio ha evidenziato che la Corte d'Appello non ha correttamente considerato gli accordi del 2011 e il ruolo svolto dalla moglie. Ha invalidato la decisione e ha rinviato la causa per una nuova valutazione, basata su una più attenta analisi dei rapporti economici e degli accordi pregressi tra i coniugi. La sentenza ha confermato che il giudice deve prendere in considerazione l'intera storia familiare prima di assegnare l'assegno divorzile, garantendo un equilibrio reale tra le parti coinvolte.