Al figlio maggiorenne che lavora e che dispone di risparmi sufficienti può essere revocato il mantenimento?

L’assegno di mantenimento può essere revocato quando non svolge più una concreta funzione alimentare e le somme versate devono essere restituite.

Al figlio maggiorenne che lavora e che dispone di risparmi sufficienti può essere revocato il mantenimento?

Tizio ha deciso di contestare un ordine di pagamento, sostenendo che non esistevano più ragioni valide per mantenere il figlio trentunenne che già disponeva di una cospicua somma di denaro. Caia, costituita in giudizio, ha respinto le accuse avanzate da Tizio.

Dalla documentazione prodotta ed il comportamento concludente dell'ex coniuge, pur formalmente posta a conoscenza della circostanza, nulla aveva opposto a che Tizio in effetti corrispondesse direttamente al figlio il mantenimento. 

In circostanze in cui il figlio è economicamente indipendente e tale situazione è nota all'altro genitore, è legittimo richiedere il rimborso delle somme pagate indebitamente.

Inoltre, l'irripetibilità delle somme versate da un genitore all'altro è giustificata solo se tali importi hanno effettivamente svolto una funzione alimentare. Questo non si applica nel caso in cui i figli maggiorenni, già indipendenti, abbiano beneficiato delle somme durante un periodo in cui era già noto il rischio restitutorio.

Nel caso in questione, la Corte ha stabilito che non vi fossero ragioni valide per mantenere ancora il figlio trentunenne, il quale disponeva di una consistente somma di denaro (circa 80.000 euro) e che stava già facendo progressi nel mondo lavorativo. Le circostanze emerse hanno portato il Tribunale a respingere l'idea che l'assegno di mantenimento previamente revocato fosse finalizzato a garantire il sostentamento, rendendo legittima la richiesta di restituzione delle somme pagate. La richiesta di rimborso è stata infatti, accolta.

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